Pampinella, a pampineddra, pàmpini pàmpini

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Note lessicali

Pampinella, a pampineddra, pàmpini pàmpini

[parole chiave: ‘socchiudere le palpebre’]

Nella Stagione della caccia il marchese Peluso, sentendo “calare sonno”, “si ritirò nella sua camera. Stette una picca assettato davanti alla finestra a farsi una pipata e poi, con le palpebre che gli facevano pampinella, si coricò” (SC 62). Camilleri propone così, per la prima volta, attraverso il termine ‘pampinella’ un’immagine che Matt spiega con riferimento alla: “posizione degli occhi socchiusi con le palpebre che sbattono per la stanchezza” L. Matt, Lingua e stile della narrativa camilleriana, in Quaderni camilleriani, vol. 12, 2020, p. 65, n. 95.

Nelle successive occorrenze dell’immagine Camilleri preferisce utilizzare le locuzioni avverbiali: ‘a pampineddra’ e ‘pàmpini pàmpini’. Il Piccitto spiega: “pampineḍḍa f. […] nella loc. avv. a-ppampineḍḍa, riferita sempre ad òcchiu: 1) occhi a ppampineḍḍa: […] occhi ‘socchiusi’, ‘a sportello, ‘ammamolati’, […] occhi ‘languidi e socchiusi come di chi abbia sonno: occhi ammamolati’ […] occhi che tendono a chiudersi per il forte sonno” (ad vocem). Inoltre, alla voce ‘pàmpina’ (foglia, in particolare della vite), spiega che il termine ha altri significati e compare in diverse locuzioni; in senso figurato, ad esempio, vale ‘fiocco di neve’: “(a nivi) casca pàmpini pàmpini (la neve) vien giù a fiocchi” (Piccitto).

Troviamo la seconda occorrenza dell’immagine relativa agli occhi che si socchiudono nel Birraio di Preston, quando Gaspàno e Concetta hanno appena concluso una lunga navigazione amorosa: “«Ma tu lo sai come mi chiamo io?» gli spiò Concetta che magari lei aveva le palpebre pesanti, a pampineddra, la navigazione era stata lunga assai e stanchevole. Non ebbe risposta, Gaspàno si era già addrummisciuto” (BP 36).

Nel Cane di terracotta, il commissario Montalbano, ferito in un conflitto a fuoco, si trova in ospedale: “S’assittava sulla poltrona, pigliava un giornale o una rivista, a metà di un articolo un pochino più lungo degli altri si stuffava, gli occhi principiavano a fargli pàmpini pàmpini, scivolava in un sonno sudaticcio” (CT 187).

Ancora una volta, dunque, ci troviamo nella situazione in cui i personaggi socchiudono gli occhi per il sonno, e poi si addormentano. Coerentemente, in molte opere camilleriane ritorna un’analoga descrizione: “Immediatamente dopo mangiato, il picciliddro cominciò a fare gli occhi a pampineddra, aveva sonno” LM 112; “Quando cominciò ad avere gli occhi a pampineddra per il sonno, chiuse il libro, astutò la luce” VV 56; “aveva già gli occhi a pampineddra per il sonno e meditava d’astutare la luce e farsi una bella dormitina” MM 213; “Fece appena in tempo a spogliarsi, gli occhi a pampineddra, e a distendersi che crollò in un sonno piombigno” MM 245; “Sotto la lenta, continua straiùta della svedese cominciò a sentirsi gli occhi a pampineddra. Si abbandonò a una piacevolissima sonnolenza” GT 245; “Zosimo, attaccato dal sonno, principiò ad avere gli occhi a pampineddra” RG 157; “principiavano ad avere gli occhi a pampineddra per il sonno già appena cominciava a scurare” ICC 41; “a Michilino gli vinniro gli occhi a pampineddra, aviva le palpebre mezzo calate. «Mi calò il sonno»” PRM 166; “Occhi a pampineddra che inesorabilmente si chiudono. E ora i sò occhi sono a pampineddra. Capace che finalmente arrinesci ad addrummiscirisi” PR 22; “Aviva gli occhi a pampineddra, pinsò che forse una mezzorata di sonno gli avrebbe fatto bene” PIM 49; “doppo una decina scarsa di minuti l’occhi principiarono a fargli pampineddra, resistette eroicamente ancora tanticchia nella lettura e appresso, come fu e come non fu, le palpebre gli calarono di colpo come saracinesche” PIM 243; “Passò il resto del doppopranzo che ogni tanto l’occhi gli addivintavano a pampineddra e la testa gli principiava a capuzziare per le botte di sonno improvise” LC 22; “Improvisamente l’occhi di Montalbano accomenzaro a fari pampineddra, la testa gli capuzziò. L’unica cosa da pigliari in seria considerazione era il letto” LC 227; “Finalmente, doppo un dù orate, l’occhi gli accomenzarono a fari a pampineddra” VA 217; “L’occhi gli accomenzaro a fari a pampineddra, per quanto circassi di resistiri. Po’ di colpo la testa gli calò supra al petto” RPO 202; “Continuò a leggiri per qualichi orata, fino a quanno l’occhi non gli addivintaro a pampineddra” LL 118; “Doppo tanticchia, l’occhi di donna Eleonora accomenzaro a fari pampineddra. «Tengo sueño»” RIL 53; “Doppo tanticchia l’occhi gli accomenzaro a fari pampineddra. Matre santa, gli stava calanno sonno!” PF 102; “Doppo deci minuti Montalbano s’accomenzò a spiare se per caso il sonno non fusse contagioso. L’occhi gli facivano pampineddra” MMA 242; “Era Fazio, aviva l’occhi a pampineddra e ’nfatti appena s’assittò supra alla seggia davanti alla scrivania, non potti trattiniri ’no sbadiglio” ACF 56; “Po’ sintenno che l’occhi accomenzavano a farigli pampineddra addicidì di annare a corcarisi per riguadagnari tanticchia del sonno perso la notti avanti” MCAT 190; “l’occhi ci accomenzaro a fari pampineddra. Gli capitava ogni vota che faciva un appostamento. A un certo punto partiva ’na speci di guerra tra lui e il sonno” VOR 28; “Arrisistì tanticchia con l’occhi a pampineddra e di colpo, senza addunarisinni, calumò nel sonno” RIC 85.

Dobbiamo infine notare che gli occhi non sono ‘a pampineddra’ solo a causa del sonno, ma possono socchiudersi anche per altri motivi come per una forte luminosità (“Bisognava tenere le palpebre a pampineddra, socchiuse, perché i colori violentemente ferivano” MM 327); per una particolare concentrazione (“L’avvocato lo taliò con gli occhi socchiusi a pampineddra e non disse niente” AM 59; “Quanno gli àutri furono fora di vista, don Aneto fermò la vestia e fece scinniri Filònia. Si misero sutta un àrbolo. «Grazii» fece Filònia taliandolo con gli occhi a pampineddra” RG 113; “quanno la sintì tornare, raprì l’occhi a pampineddra” LC 195; “Una fìmmina stava stinnicchiata nuda supra un letto e taliava con l’occhi a pampineddra a un picciotto che si stava spoglianno” CV 35); o per prendere la mira (“Spisso invece teneva l’occhi a pampineddra, squasi a pigliare meglio la mira” PE 28) (m.e.r. & g.m. gennaio 2021).