camurrìa

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camurrìa (camurria, camurrie, camurrìe) (Accussì finisce questa gran c.!; una c., una rogna) [scocciatura, rottura di palle; “camurrìa f. […] malattia venerea, gonorrea. 2. fig. […] noia, fastidio . 3. […] assillo; persona fastidiosa, che assilla per la sua insistenza e pignoleria. Anche camirrìa” (Piccitto); “Camurrìa: seccatura gigantesca. Deriva da una deformazione di gonorrea, che era un tempo di lunga e difficile cura. Camurrusu camurriusu: noioso” FF1 127; In Occhio di capra – commentando l’espressione “Santa campana, stuccatici li vrazza a cu vi sona! Santa campana, spezzategli le braccia a chi vi suona! – Leonardo Sciascia scrive: “Nelle prime pagine del Bell’Antonio di Brancati è una reazione consimile, ma meno irata e maligna, al mattinale suono della campana: “«chi camurrìa, sta campana» («camurrìa» è un fastidio continuato, tenace, invariabile)” L. Sciascia, Occhio di capra, Einaudi, 1984, p. 98; “Chi camurria, ’sta campana! Che seccatura, questa campana!” V. Brancati, Il bell’Antonio, in Id., Opere 1947-1954, a cura di L. Sciascia, postfazione e apparati di D. Perrone, Milano, Bompiani, 1992, p. 7] CC 82, 93; FF 85; SC 66, 112; BP 50, 97; LM 25, 167, 195; VV 170, 187; CTL 161, 196; BFC 13, 99.