ingravidabalconi

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ingravidabalconi [“Francesco Guglielmino (professore di letteratura greca e poeta d’amore di cui Brancati dirà che «è forse l’unico poeta romantico della letteratura dialettale» disse una volta a Verga, parlando dei siciliani di sé e dello stesso Verga: «Siamo romantici». E Verga: «Ma che romantici, figlio mio: siamo ingravidabalconi». Espressione, è il caso di dire, pregnante. Ed anche Verga era un «ingravidabalconi» (e si noti nelle sue lettere alla contessa di Sordevolo come, ad ogni tentativo che questa fa per avvicinarglisi, egli anche bruscamente si svincola e allontana a rimettere le cose alla distanza tra la strada e il balcone)” L. Sciascia, La corda pazza, Einaudi, 1970 (1977), p. 165. La tradizione letteraria del lemma è stata ricostruita da Salvatore Silvano Nigro, Le «Croniche» di uno scrittore maltese, in A. Camilleri, Romanzi storici e civili, Mondadori, 2004, pp. XXV-XXVI] SC 69.