liccasapone

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liccasapone (sfilando dalla cintura un l. con trenta centimetri di lama affilata) [coltello, coltellaccio; “Liccaspùni, s. m. modo basso, specie di cangiaro, per similan. di quella foggia di coltello col quale i venditori prendono il sapone. Draghinassa” (Mortillaro); “Tobaico si fece anche mostrare il coltello col quale il suo amico lo avrebbe ucciso, se le cose fossero andate diversamente: era una specie di stocco, chiamato leccasapone, che il Pizzato faceva scattare a bruciapelo e non richiudeva mai senz’averne prima baciato la lama” V. Brancati, Avventure di Tobaico, (1946), in Id., Opere 1932-1946, a cura di L. Sciascia, Milano, Bompiani, 1987, p.1075; “un leccasapone dalla lunga, scattosa lama sfilata a serramanico” S. D’Arrigo, Horcynus Orca, Milano, Mondadori, 1975, p. 294; “il pugnaletto aveva la lama lunga più di quattro dita, più lunga forse di quella del leccasapone a serramanico, più insomma del consentito dalla legge” ivi, p. 567; “la mano a taglio come la lama di un leccasapone, lo sfidava a tirarsi a schermaduello” ivi, p. 1197] BP 209.

Anticipazioni, Note lessicali e Schede contestuate: liccasapone.