amichetto / amichetti

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amichetto / amichetti  

Amichetto, diminutivo di amico, nella lingua italiana può avere diversi significati: il primo è, ovviamente, ‘piccolo amico’, compagno di giochi di un bambino.

Ma, usato eufemisticamente (e talora in modo scherzoso), può indicare un’amante (soprattutto se giovane); oppure, allusivamente dire di collusioni e complicità, siano esse politiche, delittuose o, addirittura, mafiose.

Nelle corde di Camilleri il vocabolo suona su tutte queste tonalità.

Dice di giochi tra bambini:

 “Possedevamo un pezzetto di terra e una casa alle pendici dell’Amiata, ci passavamo le Vacanze. Avevo un amichetto, figlio di contadini, più piccolo di me. Io avevo una decina d’anni” LM 110 (120); “Io ero – lui ora è morto – coetaneo di Ciccio: da bambino veniva a giocare con me in campagna. Ero il suo amichetto, legato da un affetto fortissimo.” LP 34; “È possibbili che la scanosciuta sia stata ’na sò amichetta di jochi. È possibbili che sono ristate amiche, che si frequentano ancora” COV 236;

di intese equivoche, tanto sul piano istituzionale, quanto in quello della criminalità e della mafia:

 “«I suoi amichetti che dicono?» «Al momento attuale non parlano. Chi parla invece è il guardiano. E credo che stavolta ’u zu Cecè si troverà sicuramente a malpartito.»” PM 223; “Dillo ai tuoi amichetti del governo” GB 56; “a far scomparire il corpo dall’obitorio di Ravenna sono stati gli amichetti dei servizi per non farla identificare. I quali amichetti, se non si sono fatti vivi con te o con me in nessun modo, vuol dire che o non gliene importa più nulla” AB 100;

di legami irregolari, siano di tipo eterosessuale:

“se succede qualcosa di male ad Annibale Verruso la prima persona che va dentro è lei seguita dal suo amichetto Giacomino” MM 19; “«Mentre tua moglie dorme, te ne vai a trovare l’amichetta?» spiò l’altro ridenno” CS 29; “«È la sua amante fissa?». «Sì». E bravo Strangio che si era fatta l’amichetta romana!” VN 189; “Ora ci vengo, alla questione delle ipotesi. Ma prima dimmi di tutti questi casi fortunati che t’hanno permesso d’entrare nel garage con la tua amichetta Bassi!” KM123 135;

oppure omosessuale:

“«Montalbano, ha telefonato anche a lei l’amichetto?». Dal tono del questori, che voliva essiri sardonico, capì ’mmidiato chi era l’amichetto al quali quello s’arrifiriva. Quanno pinsava di fari lo spiritoso, il dottor Bonetti-Alderighi era semplicementi pinoso. Allura addicidì di passari tanticchia di tempo facennolo ’ntordunire. «Purtroppo, dottore, da due anni non mi telefona più» dissi, chiuienno la frasi con una suspirata di malincunia. «Ma che dice, Montalbano? Straparla? Due anni! Ma se appena qualche giorno fa…». «No, dottore, non lo sento da due anni. Era un amichetto che avevo trovato in una losca platea, fumava un sigaretto e gli occhi lustri avea». Per la virità la poesia di Sandro Penna diciva amoretto inveci che amichetto, ma tanto il signor questori che minchia vuoi che nn’accapiva di poeti e di poesie? All’autro capo del filo non ci fu pronta reazioni. Montalbano sintì che il questori respirava affannato assà, come a uno che ha rischiato d’annigarisi e l’hanno appena appena tirato fora dall’acqua. Doppo, il respiro si fici cchiù normali, si carmò. «Montalbano, lei ha capito male. Non mi riferivo a quest’amichetto sul quale non intendo soffermarmi, ma al vescovo Partanna».” RIC 152, 153; “Dottore, sa perché non ho capito e non potevo capire? Perché io mai, nemmeno nei più segreti miei pensieri, ho osato considerare Sua Eccellenza il vescovo Partanna come un mio amichetto! Mai mi sarei azzardato! Sua Eccellenza è per me talmente in alto che chiamarlo amichetto sarebbe stata addirittura blasfemia!” RIC 153.

Qui Camilleri raggiunge una delle sue vette, giocando con Montalbano (che, in una delle tante occasioni di confronto/scontro col questore, si finge omosessuale), con Sandro Penna e con la sua memoria: o forse con il lettore.

Perché Sandro Penna non scrive né “amoretto”, né “amichetto”, bensì “angioletto”:

Trovato ho il mio angioletto
fra una losca platea.
Fumava un sigaretto
e gli occhi lustri avea…

Penna, Poesie (1927-1938)

(g.m. agosto 2023).