amiciuzzo / amicuzzo

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amiciuzzo / amicuzzo  

amicu

In Un mese con Montalbano (1998), Camilleri fa esordire i sostantivi amiciuzzi (“Ma quello, pur di dare una mano d’aiuto ai suoi amiciuzzi, avrebbe sostenuto la qualunque” MM 316) e amicuzzo (“o è tornato a casa, contrariamente a quanto dice la mogliere, e si è cangiato i vestiti lordi di sangue, o se li è fatti dare da qualche amicuzzo di taverna e i suoi li ha gettati a mare; E chi è questo grandissimo cornuto? Sicuramente un complice, un amicuzzo del patricida!” MM 407, 412).

Per completezza si può aggiungere che anche le forme italiane amico, amica, amici sono presenti nei 30 racconti che formano il volume e che nel primo, La lettera anonima, compare anche il diminutivo amichetto, con l’evidente significato di ‘amante’: “E avrà macari capito che se succede qualcosa di male ad Annibale Verruso la prima persona che va dentro è lei seguita dal suo amichetto Giacomino”, MM 19.

Quanto al vigatese, va considerato che la forma alterata amiciuzzi, amicuzzo precede cronologicamente il sostantivo amicu ‘amico’, che comparirà in due opere pubblicate nel 2000: La scomparsa di Patò (“Ah, chiddru? E vossia chisti mi li chiama rapporti? Mi scusassero, ma iu dicu ca sunnu rapporti chiddri ca pozzu aviri cu ’n amicu, ’na fimmina…” SP 90) e Biografia del figlio cambiato (dove è citato il detto: “Arraspa a lu to’ amicu unni ci mancia”, BFC 99; ma occorre precisare che Camilleri aveva già proposto il detto, parlando di Pirandello, nel 1996, in occasione del convegno Prima del teatro: scuola europea per l’arte dell’attore; possiamo oggi leggerlo in OMN 92. Allo stesso modo dobbiamo altresì ricordare che amicu compare nel testo teatrale Il vitalizio, riduzione di una novella di Pirandello richiesta a Camilleri, nel 1994, dalla compagnia del Piccolo Teatro di Agrigento. Nel testo c’è la battuta: “Una vota ch’è una vota iu a st’amicu ca s’accattà a terra iu un l’haiu vistu” QM 102). Seguiranno Il re di Girgenti (“Pariva uno che faciva a modo sò nella casa di un vecchiu amicu ch’era venuto a truvari doppo tempu” RG 357); Troppi equivoci (“Vogghiu riri ca Brunu mannò un so amicu o risturantiTEQ 250); Maruzza Musumeci (“Cu nun avi mogliere nun avi bene, cu nun avi maritu nun avi amicu” MMU 77); Voi non sapete (“Non avrebbe dovuto più correttamente citare un proverbio neutrale tipo Amicu cu tutti, cunfidenti cu nuddu (Amico con tutti, confidente con nessuno) oppure Amicu e guàrdati?” VNS 140); Il sorriso di Angelica (“Sunno l’amicu coi baffi” SA 48 e 62); Troppu trafficu pi nenti (“MESSU Sempri amicu di Vossignoria. BIATRICI Vi cummeni, amicu caru!” TTPN 16, e altre occorrenze); Una voce di notte (“Pontu? Fugno un amicu di chiddu chi ti tilefonò pima” VN 229). Senza tralasciare che in Le ali della sfinge compare anche amicuni, col significato di ‘persona cordiale’: “Prima era sgherzevole, amicuni, arridiva per la minima minchiata, ora era addivintato mutanghero, grevio e nirbùso” (AS 140).

Relativamente al siciliano, il Traina, oltre che “Amicu. s. m. Colui a cui si è legato d’amicizia: amico”, propone “Amicuzzu. dim. Amichetto”. Il Mortillaro: “Amicu, sup. Amicissimu, s. m. che ama d’amicizia, ed è scambievolmente amato, Amico”; con una precisazione: “Amicu, in disonesto significa drudo, Amico”. Il Piccitto oltre che “amicu m. amico”, propone l’aggettivo amiciuni che agli innocenti significati ‘amicissimo’, ‘cordiale, affabile’, ‘buontempone, amante di liete compagnie e di divertimenti’, ne aggiunge un altro: “di solito pl. i cattivi compagni”. Mentre per quanto concerne amicuzzu spiega: “ma solo come inter., rivolgendosi a un viandante sconosciuto, e soprattutto […] con tono quasi di minaccia: ehi voi!”.

Il suffisso –uzzu, –uzzo, a differenza di quanto accade per l’italiano –uccio, ha nel lessico camilleriano più spesso valore spregiativo che non diminutivo o vezzeggiativo.

 

amiciuzzo/amiciuzzi

Nello stesso anno 1998 in cui apparve Un mese con Montalbano, Camilleri pubblicò nell’“Almanacco dell’Altana” il racconto Piace il vino a San Calò, dove il Santo, “declassato a comune mortale”, e quindi reso uomo, in quanto tale “poteva fare quello che voleva: farsi tirare il pane, correre, carricarsi i picciliddri sulle spalle, andare taverne taverne con gli amiciuzzi suoi”. Il racconto, con lo stesso titolo, venne poi pubblicato in Gocce di Sicilia (GS 43).

Il sostantivo amiciuzzi ritorna, in seguito, in molti altri titoli:

“Me lo spieghi come fa Grugnu dal carzaro ad addimannari aiutu? Veni a diri che ancora ccà ci ha amiciuzzi pronti a favurirlu!” RG 394; “Se noi invece l’arrestiamo, viene fuori che lui vendeva la droga non solo al senatore, ma macari a tanti altri amiciuzzi suoi, politici, imprenditori, gente altolocata. Uno scandalo. Un gran casino” LC 135; “Secondo me, non si scopriranno. Spitaleri andrà a lamentarsi coi suoi amiciuzzi protettori e loro qualichi cosa la faranno” VA 155; “Va a sapiri come reagiranno i sò amiciuzzi dell’assemblea regionale!” RIZ 76; “E a proposito del senatore, ecco come era arrinisciuto a sapiri che Alfio aspirava al posto sò: tra l’amiciuzzi dell’avversario Filippone, lui ci aviva di sicuro infiltrata qualichi spia” RIZ 125; “La cosa certa è che fino a ’sto momento don Nené è in svantaggio. Ha dovuto cediri un pezzo ’mportanti come al presidenti Paoloantonio e ha dovuto riconsignari i faldoni. Con la conseguenzia che i quattro amiciuzzi di don Nené saranno i primi a essiri processati! Bella figura che sta facenno!” GSR 32; “E l’amiciuzzo sò, quel grannissimo cornuto di tidisco coi baffetti la guerra non la sta facenno? Quello si strascina appresso a Mussolini! Sicuro come la morti che se lo strascina!” RPO 100; “Se non si consignava alla liggi, sarebbi stato ammazzato dai sò ex amiciuzzi” LL 255; “Veni sulo, se m’addugno che c’è uno dei tò amiciuzzi Cuffaro, non mi fazzo vidiri e spediscio la registrazioni a «Retilibbira»” VN 257; “Amiciuzzi pronti a farigli un favori, o pirsone ai sò ordini, a Vigàta, ne avi assà assà” CSP 30; “Appena che arraccanoscino la sò voci, o accapiscino che si tratta di un amiciuzzo di Barreca, attaccano subito” CSP 42; “Lo sapemo. Ma qualichi favori all’amiciuzzi vostri non vi siti arrefutato di farlo. Aviti bisogno che vi dico i nomi?” RIL 114; “Tri jorni appresso, sò figlio cchiù granni, che avi unnici anni, mentri che jocava nella strata nel primo doppopranzo con tri amiciuzzi, vinni pigliato da dù òmini e fatto acchianare supra a ’na carrozza” RIL 206; “Abisso era un fascista di prima linea e i mafiosi di certo si saranno arrivolti ai loro amiciuzzi fascisti per convinciri ad Abisso a ristarisinni ’nni la sò casa dannosi malato chiuttosto che prisintarisi in aula” BS 49; “E sunno tanti ancora i malavitosi, i mafiosi di vascio rango, gli amiciuzzi dei mafiosi, capaci di vinnirisi i Sacco per ricavarne un qualichi beneficio davanti alla liggi” BS 99; “Quanno dissi pricisamenti all’amiciuzzi sò che avrebbi scrivuto e mannato la littra di riscatto?” MMA 306; “Signora Giummarra, la porto a canuscenzia che sò marito con l’amiciuzzi Lopò, Loquale e Lavagnino a mezzannotti di jorno 10 si nni va a mangiari con le svidisi dintra alla cisterna nella quali esse travagliano con le motogiglette. Un amicoVVOL 163; “Doppo l’articolo di Caterino, Tony fici ’na riunioni con l’amiciuzzi sò. «Ammazzamulo» dissi subito Jimmy Nicotra. […] Non ci arriniscero nei rimanenti jorni che Caterino si nni ristò a Novajorca. Allura Galatiolo e soci addicidero di arrivolgirisi ad autri amiciuzzi per aviri ’na mano d’aiuto” CF 146; “Ora non gli ristava che dari l’ultimo tocco d’artista al tiatro che stava facenno da quanno aviva accaputo che tra i tri amiciuzzi c’era qualichicosa che feteva” RIC 43; “S’arrifiriva dubitativo alla tistimonianza dei tri amiciuzzi?” RIC 45; “videnno in che condizioni era nisciuto dall’ufficio, i sò amiciuzzi si sarebbiro fatti pirsuasi che Liotta contava minchiate” RIC 48; “Evidentementi i tri amiciuzzi avivano di bisogno di un posto appartato, sicuro, fora da occhi stranei, per parlari tra di loro in santa paci e chiaririsi la facenna dell’interrogatorio segreto di Liotta” RIC 53; “Siccome che c’era di mezzo sò nipoti e i sò amiciuzzi, voliva che la cosa si chiuiva prima che potiva addivintari ’no scannalo” RIC 154; “E cioè che doviva esistiri qualichicosa che, in quel momento, aviva fatto quartiare ad Alfonso Licausi dall’autri amiciuzzi” RIC 157; “Quindi, secunno tia, i tri amiciuzzi di Riccardino erano tutti cornuti pacinziusi fino a quanno Licausi non pirdì la pacienza?” RIC 220; “In paroli povire, voli tiniri fora i tri amiciuzzi sò” RIC 234. Può essere utile notare che i passi citati ricorrono nella prima redazione del romanzo (2005), così come saranno riproposti in quella del 2016. Con un’unica eccezione: “Quindi, secondo te, i tre amici di Riccardino erano tutti cornuti pacinziusi fino a quando Licausi non ha perso la pacienza?” RIC2005 208. La traduzione dell’italiano amici nel vigatese amiciuzzi può esprimere la volontà di rendere omogenea la modalità con cui sono presentati gli amici di Riccardino in tutti i passi citati: ovvero confermando la valenza negativa (non presente nell’italiano amico) con la scelta ribadita del peggiorativo, che pare bene adattarsi a individui di non spiccata moralità, quali sono i personaggi in questione. “«Vero è! ’Sto grannissimo testa di minchia di Mussolini s’è lassato persuadiri dal sò amiciuzzo Hitler! L’ebrei sunno pricisi ’ntifici a noi! Che cazzo di differenza c’è? E ’nveci tirano fora ’sta sullenni minchiata della razza che è tutta ’na strunzata ’nvintata dai nazisti che sunno genti con la quale è meglio non averci a chiffare!»” GSP 172.

 

amicuzzo/amicuzzi

Per quanto invece concerne amicuzzo, oltre che in Un mese con Montalbano, è presente anche in Il giro di boa: “E accussì il signor Zarzis e i suoi dù amicuzzi se la sarebbero passata liscia?” GB 263 e in La pensione Eva: “A un altro cumpagno e amicuzzo, Filippo Portera, lo tirarono fora dalla rovina della casa indove viveva col patre vidovo, più morto che vivo” PE 59.

In conclusione: tanto amicuzzo, quanto amiciuzzo hanno il significato di ‘amico’: ma occorre notare che solo in due casi tale vocabolo è riferito a compagni d’infanzia, bambini privi di colpe e, in un altro, agli ugualmente incolpevoli compagnoni con cui San Calò va a bere “taverne taverne”. Molto più spesso, scrivendo amiciuzzo / amicuzzo, Camilleri intende richiamare l’attenzione del lettore su situazioni equivoche, complicità, collusioni, favoreggiamenti che nel contesto delle storie di Vigàta per lo più riguardano “politici, imprenditori, gente altolocata”; e, soprattutto, i mafiosi.

Con una punta estrema rappresentata da “quel grannissimo cornuto di tidisco coi baffetti” e dal suo amiciuzzo Mussolini, evocati nel racconto Le scarpe nuove, compreso in La regina di Pomerania. In quel caso di loro si parla per lo scatenamento della guerra, mentre, in La guerra privata di Samuele, detto Leli, “’Sto grannissimo testa di minchia di Mussolini s’è lassato persuadiri dal sò amiciuzzo Hitler” a perseguitare gli ebrei italiani, escludendoli prima dal lavoro e dalla scuola e poi avviandoli alla deportazione: proprio due begli amiciuzzi! (g.m. agosto 2023).