pizzo⁵

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pizzo⁵ [becco; “pizzu² m. […] becco, guaina cornea e prominente che costituisce l’estremità della bocca degli uccelli […] abbagnàrisi u pizzu e […] arrifriscàrisi lu/u p. degustare una piccola quantità di vino o di liquori” (Piccitto). Da qui si scivola verso il concetto di “segno di gratitudine per un favore non sempre onesto” (Piccitto) e, via via, fino al pizzo inteso come somma estorta dalla mafia. Nel significato di ‘becco’, “bagnare il pizzo” può valere ‘mettere becco’, e in questo senso Camilleri lo usa nei Racconti quotidiani: “Questa mi pare una di quelle sentenze che i giudici ci potranno bagnare il pizzo come e quando vogliono” RQ 36. Ma l’espressione ‘bagnare il pizzo’ può divenire metafora sessuale, come nel caso di: “Si vede che con la signora Michela ci aveva fatto il pinsèro di poterci bagnare il pizzo” VV 143 e di “Perciò non vorria che la genti pinsasse che se io accanosciva a ’sta picciotta era pirchì... ’nzumma, ci vagnava il pizzo” MMA 149; vedi anche “Nni era vinuto fora un piccolo capolavoro di litteratura erotica che avrebbi certamenti fatto liccare i baffi a Tommaseo che nni ’sti cose ci vagnava il pizzo” RIC 182. Cfr. “pizzu⁵ […] m. membro virile” (Piccitto)] VV 43.

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