vastasate

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vastasate (“Il marchese se la scialava. Passiava avanti e darreri per i filari ascoltando quello che le femmine ad alta voce si dicevano, gli piacevano le strucciulerìe, le vastasate, le mezze parole che erano assai più chiare di parole intere”) [discorsi popolari e salaci; villania, cafonaggine; “vastasata f. […] azione da persona incivile o maleducata […] malacreanza, scortesia” […] rozzezza, villania […] azione triviale […] tipo di farsa popolare in voga a Palermo nella seconda metà del Settecento, di cui erano protagonisti i vastasi (facchini)” (Piccitto); “«E mi domando» continuò con più foga «come mai l’arcivescovo si sia lasciato trascinare ad assistere a una simile vastasata»” (L. Sciascia, Il Consiglio d’Egitto, 1963, in Opere vol. I Narrativa Teatro Poesia, a cura di P. Squillacioti, Adelphi, 2012, p. 361; “Che opra di pupi era stata la sua vita, un «casotto di vastasate», come quello palermitano di Piazza Marina, dove si recava in incognito tanti anni fa a veder recitare il grande Marotta nella parte del facchino ’Nofriu” (G. Bufalino, Due notti di Ferdinando I, in Opere/1 [1981-1988] a cura di M. Corti e F. Caputo, Classici Bompiani, 2006, p. 434] SC 74.